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il Monte Maddalena
scopri Sentiero 11 Monte Maddalena

Sentiero 11

2 HOURS WALK // 3 MIN READ // 3 MIN PIC VIEW

È il selvaggio tra i selvaggi, è la natura che vince, è l’umido rancore del sottobosco incolto, è il ventre boschivo ricurvo e gelido, è lo schiaffo dei rovi, è l’impasto di tronchi e d’argille. È il profumo di ciclamini all’improvviso, è il sole che si affaccia clandestino, è lo smeraldo sommerso dei muschi. È il cambio di prospettiva, l’evasione dalle certezze, l’eco di traffici remoti, la macchia che fa resistenza.

Un cartello della vecchia guardia svetta alla fine di Via Piedimonte, in località Muratello, a Nave, ed è quel tanto di informazioni che dobbiamo farci bastare per un po’. Più avanti, nella direzione sancita dalla freccia, oltrepassate le ultime case, un brutto dosso cementato, una cunetta alla francese per il deflusso delle acque piovane, mentre la strada principale svolta a destra. Si scavalla la gobba di calcestruzzo con poca convinzione, direzione Monte Salena. E subito la fitta boscaglia prende a sfarfallare nella semioscurità del languido sentiero, ora poco più di un solco profondo inciso dal battito delle precipitazioni. Sentèr del Negondol lo chiamano. Felci, edere e Medolo affondano nell’umido disordine del bosco Val Denno. Senza grazia. E mollemente. E ancora fronde e spine tutte franano al suolo, rovi tenebrosi scoccano l’arrembaggio di foglie, spore, fango e cortecce. Di questa coralità selvaggia e forsennata se ne afferra la bellezza solo dopo esserne usciti.

La luce si riaccende sui prati del roccolo che, sulle mappe, è sistemato accanto a Cascina Zubani. Il sentiero s’è fatto meno altero e scivola ora tra meravigliosi drappelli di castagno. I segnavia, qui presenti all’appello, trascinano più in alto, ai piedi di una cascina e del suo vialetto compunto che collega il sentiero con la carrabile di Via Maddalena. L’11 prosegue poco più in basso, dove un’ansa nel fitto del bosco si mimetizza sul dosso a sinistra. Da questi alberi e arbusti emerge quasi subito, ancora su Via Maddalena, per penetrare immediatamente dentro una nuova verzura. Più su c’è Cascina Zola, accanto a lei, una stradina minore s’arrampica e fiancheggia il retro della casetta fino ad incrociare un bivio. A destra si scende a Cascina Bianchini, il corridoio accompagnato dai segnavia bianco-rosso-verdi ci conduce invece in vetta: da qui fino alle alture del Monte Maddalena, l’11 condividerà molta strada con il sentiero Brigate Fiamme Verdi Dieci Giornate, o sentiero della Resistenza.

Il bosco s’è fatto mite ed arrendevole, ricco di betulle e vetusti esemplari di quercia. Siamo già alla Pozza del Ruer in un tratto di percorso noto come la Via Bressana. Più avanti, un nucleo di betulle d’alto fusto, poco prima di incrociare l’asfalto, s’esibisce in un concerto di ombre e clorofille, orchestrali di sacri misteri. Lasciato il sentiero della Resistenza, slittando sulla stradetta che scorre bassa sotto la carreggiabile, inesorabilmente incontriamo, uno dopo l’altro, uno, due, tre roccoli. Al terzo, detto anche La Casa dell’Orso, il segnavia sulla sinistra ci attrae, ripidamente tra le betulle, al Doss del Brüch in coincidenza con l’inizio del Sentiero della Resistenza. Voltando a destra, in prossimità dell’arrivo, poco prima del ristorante Grillo, quasi certamente due stoici asinelli annunceranno l’arrivo a destinazione.


  1. Bruno taglietti
    Feb 2018 |
    I segnava Non li trovi piu
    • Raffaella Guerini
      Apr 2018 |
      Ciao Bruno, perdona il ritardo nella risposta... Sull'11 è scomparso qualcosa, effettivamente bisogna aguzzare lo spirito d'orientamento più di una volta. Io ne avevo individuati alcuni tra i rovi... Ci sono i volontari del CAI che puliscono i sentieri e aggiornano la segnaletica, cercherò di mettermi in contatto con loro per farli ripristinare (se già non l'hanno fatto). Grazie e buone passeggiate!
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  • Ho imparato che il viaggiatore più rapido è quello che va a piedi.

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