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il Monte Maddalena
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Chiesa di Maria Maddalena

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Nella spinta laica e iconoclasta verso un’idea tutta materiale di libertà individuale, abbiamo ridicolizzato ogni credo, eliminato ogni rituale, togliendo con questo il mistero, cioè la poesia, della nostra esistenza.*

La chiesa di Maria Maddalena, dalle linee moderne e poligonali, è recentissima e nasce nel 1966, sotto la spinta del papa bresciano Paolo VI, ad opera dell’architetto Luigi Salvagni. In molti ricordano la violenta tempesta che nel 1984 ferì talmente la struttura da renderne necessaria una prematura ristrutturazione a distanza di soli 20 anni.

La chiesa originale sorgeva invece in un altro luogo, poco distante, ma ben più in alto, sulla cima del Monte Denno (com’era nominata allora la Maddalena) dove ora langue in rovina l’ex rifugio del CAI (poi anche ex albergo Monte Maddalena). Sì, proprio lì.

La storia dell’antico romitorio della Maddalena è ammantata di incertezze e mistero. Se ne fa risalire l’origine ai secoli XI – XII o all’epoca di Papa Gregorio VII (1174 – 1184) quando la lotta politico-religiosa era ardente anche a Brescia. Sulla cima del Monte Denno il vescovo cedette del terreno boschivo a una piccola comunità di eremiti, canonici agostiniani, che edificarono lì le loro celle, insieme ad una chiesa dedicata a Maria Maddalena.

Verso il 1500 iniziò una lunga decadenza dalla quale, per un breve periodo, venne sollevata grazie all’opera di recupero di Innocenzo Leonello Serbellonghi (Fra Tiburzio Lazzaro da Fossombrone), figlio del cavaliere Malatesta Leonelli, che intorno al 1620 vi si stabilì come eremita. Nell’arco di 5 anni riuscì a ristrutturare e ad affrescare la chiesa attraverso le elemosine che andava raccogliendo in città e la fama della sua santità si affermò in tutta Brescia. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1625, la chiesetta restò infatti a lungo meta di pellegrinaggi.

Nei secoli successivi, lo stabile subì inesorabilmente la stretta del degrado nonostante le sporadiche migliorie apportate dai proprietari che via via si avvicendarono. Alcune immagini dei primi del ‘900 documentano l’amaro stato di abbandono dell’antico cenobio. Nel 1927 venne convertito in rifugio del CAI per poi essere definitivamente incorporato nell’albergo-ristorante Monte Maddalena, costruito nel 1955 sui ruderi della chiesa, in concomitanza con l’inaugurazione della funivia.

In basso, alla destra dell’ex albergo, barcollano sotto il peso di rovi e boscaglia le arcate di quello che poteva essere un’antico fienile annesso all’oratorio.

*Quote: Tiziano Terzani "Un altro giro di giostra"


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